21.5.12

Ancora sui falchi

Per la verita', Eugenio, a me il falco e' sempre stato simpatico.
Sara' che son cresciuta a pane e Quark e non ce l'ho mai avuta coi predatori - per la verita' non mi piacciono quelli a due zampe e senza ali, ma rapaci serpenti e lupi non li consideravo negativi neanche da bambina. Peccato non aver mai chiesto agli Angela di adottarmi ;)

Sara' per quelle estati nella vecchia casa dei nonni, che ha dato a noi piccoli quelle radici che i nostri genitori indipendenti avevano in parte reciso per respirare meglio. Con le montagne appena dietro, a coprirci le spalle, e la pianura davanti in cui costruirci la vita, come sempre nella nostra esperienza; e qualche falco a chiamare dal cielo sopra le nostre teste piene di pirati e avventure.

Non ti chiamava, il tuo falco, Eugenio? I nostri eccome! Li sentivamo e abbandonavamo a precipizio quel che stavamo facendo: in genere accampamenti in miniatura a misura di qualche esserino fiabesco, costruiti pazientemente, all'ombra degli alberi piantati dal nonno bambino, e capaci di durare da un'estate all'altra - dovevamo darci all'architettura e all'ingegneria naturalistica, adesso costruzioni del genere, se fatte su scala piu' ambiziosa, sono green ed environmental friendly. E correvamo allo scoperto, dove si vedeva il cielo abbagliante di sole e strizzavamo gli occhi per cercare le piccole sagome scure, alte levate, e vederle era una vittoria piena di complicita'.

E andavamo spesso in passeggiata, su quelle montagne che fanno parte di noi, del nostro respiro dei nostri passi dei nostri sogni, e i falchi chiamavano ed erano piu' vicini e ammiravamo - invidiavamo - i pochi attimi che bastavano loro per attraversare la valle su una corrente vertiginosa e poi roteare sopra la nostra meta, che sapevamo avremmo raggiunto solo dopo mezza giornata. Ma altrettanto velocemente tornavano e mio fratello piccolo con la sua voce acuta gridava forte il grido del falco anche lui; e forse il falco continuava a gridare per i fatti suoi, ma poteva anche essere che gli rispondesse. E chissa' quali improperi si dicevano in quella lingua di strida, Eugenio, ma noi eravamo tutti felici di fare le ambasciate al falco.

Non ci e' mai stato indifferente. E' sempre stato la nostra anima fatta uccello, vola incredibilmente alto e veloce e ci chiama e ci segna la meta, e noi camminavamo passo passo cercando fiori erbe farfalle lamponi sassi e conchiglie fossili, e ascoltavamo il grido, e lo seguivamo. Lo seguiamo anche adesso, quando in qualche giorno fortunato lo sentiamo gridare e subito l'istinto di quei giorni ci fa alzare gli occhi e strizzarli a cercare nel sole.

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