5.11.12

Tutto quello che non vi hanno mai detto che vi potrebbe succedere, e che invece succederà proprio in quel momento

Primo colloquio: sabato mattina
Ho passato il venerdì mattina  a leggere le infallibili istruzioni online sulle domande a cui prepararsi e su come vestirsi. Dipoi, aspettandomi un ambiente di ingegneri camiciacravattati, il venerdì pomeriggio sono corsa al centro commerciale a cercare scarpe e vestiti sufficientemente professionali: in laboratorio NON ci si mettono vestiti decenti... almeno, non dopo che i tuoi pantaloni preferiti hanno ricevuto il loro primo set di buchi da sostanza corrosiva del momento. E poi, non ci sono fighetti nei laboratori. Tende a essere un ambiente piuttosto alternativo, quindi mi serviva una cosa professionale ma non troppo, che se no sembro imbacchettata... ma a parte un paio di stivali antipioggia fantastici, l'unico risultato che ho ottenuto è che a un certo punto l'hanno avuta vinta gli ormoni, mi sono appoggiata sfinita e piangente faccia al muro per salvare almeno la dignità, e ho deciso di tornare a casa a far riposare la pancia e la testa, e al diavolo quel che mi sarei messa. Quella sera ho trovato le foto dei componenti dell'azienda, nascoste nella versione inglese del sito: manco l'ombra di una camicia. Benissimo.
Certo non potevo immaginare che la mattina avrei scoperto che il ferro da stiro non funzionava più. Strano, era appena dell'epoca delle guerre puniche e l'avevo solo fatto accidentalmente cadere durante la notte cercando a tentoni la strada per il bagno. E con ciò? Mi ero fatta male anch'io, ingrata ferraglia, non so come mi sono trattenuta dal lanciarti in cortile. Quindi, con i pantaloni stirati in stile "notte brava", imploro il Nonaddetto di scortarmi fino in loco con la sua auto, perchè sono già sfinita di prima mattina e capace che mi perdo, e di andare poi a fare la spesa già che c'è. Tre curve prima del mio traguardo, l'auto del Nonaddetto - le cui gomme sono poi risultate risalenti alle campagne napoleoniche - decide di cedere all'asfalto bagnato, taglia dritta una curva e si schianta sull'aiuola. Lui non si fa niente (grazie angeli custodi di tutti i tempi, che se gli succedeva in un punto in cui non era ai 40 all'ora poteva essere diverso), ma la gomma incastrata nella carrozzeria fa sì che l'auto non curvi più neanche invocando tutti i santi del paradiso e ciò rende arduo il posizionamento dell'automezzo fuori dalle palle mentre si cerca un carroattrezzi. Mentre io me ne sto sotto la pioggia con i  miei pantaloni stirati benissimo, il Nonaddetto riesce infine a portare l'auto sul ciglio della strada evitando al contempo il fosso. In un nanosecondo, il suddetto ciglio della strada viene rimosso e lanciato dalle gomme della sua auto ricadendo graziosamente a pioggia in un raggio di tre metri dietro di lui. La mia auto era dietro la sua. Era bianca. Prima. Si metamorfosa in versione dalmata in un amen, mentre io con un balzo felino mi levo di lì e riesco a salvare tutto, tranne la metà inferiore di una gamba che assume l'aspetto di una tuta mimetica militare. Con le lacrime agli occhi guardo la sua auto in panne, la mia in stile carica dei 101 dopo un rally per sfuggire a Crudelia, e il mio pantalone non stirato e mimetico. E che potevo fare? Scommetto che "Salve, le presento mio marito, non faccia caso alla terra, per caso c'è un'officina qui in zona?" era un modo per rompere il ghiaccio all'inizio di un colloquio a cui non avevate mai pensato.
In ogni caso, la media del vestiario lì dentro era sorprendentemente simile a quello che i Nonaddetti utilizzano per i lavori pesanti nella casa-cantiere. Un paio di t-shirt sovrapposte e una felpa di pile on top era il massimo dell'eleganza ritracciabile. L'ambiente era sovraccarico di enormi quadri inquietanti realizzati dalla titolare su qualsiasi superficie disponibile, dalle tele ai mobili alle pareti del cubicolo-bagno. La titolare stessa sfoggiava un'originale acconciatura con metà capelli bianchi e metà rosso fuoco - la metà inferiore della lunghezza, per la precisione - e mi ha accolta con un "Com'è il suo inglese? No perchè tutti hanno scritto buono, ma non era vero".
Il colloquio è servito solo a prendere un appuntamento per un secondo colloquio, finalizzato a un test scritto di inglese e a un paio di prove sulle competenze specifiche. La Nonaddetta ha sospeso il giudizio sull'ambiente ma ha accettato senza pensarci un momento di affrontare le prove, naturalmente.

Martedì: le Prove

Il primo signore è quello con cui ho parlato al telefono e che mi ha accolto sabato. E' talmente gentile che se respiri troppo vistosamente smette di parlare pensando che tu voglia dire qualcosa. Lui mi mostra il pc su cui dovrò scrivere i miei elaborati.
Li scrivo. Non sono particolarmente soddisfatta, ho tradotto due sole pagine su 4 nel tempo concessomi e so di aver dimenticato delle sviste - maledizione al correttore automatico di word - e la mia risposta alla loro domanda specifica mi sembra vaga e contiene ripetizioni.
Il secondo signore ha i capelli rosso fuoco - ma mi sembrano naturali. Perchè mai dovrebbe tingersi così? - e una felpa di pile multicolore. E' molto deciso, mi da' del tu a differenza degli altri e parla con voce stentorea. "Finalmente qualcuno che scrive!" esclama dopo aver letto la mia rispostina. Ma chi gli è capitato, prima di me? Tanto meglio. Parliamo di quello che ho scritto. E' molto manicheo nelle sue opinioni ma ne sa, e a me si accendono gli occhi perchè mi interessa, voglio impararlo il LCA, voglio sapere se vale o no la pena di fare certi impianti e usare certi processi, e mi stupisce e mi interessa scoprire che certi prodotti di cui sentivo parlare come oggetti di ricerca in realtà si trovano già sul mercato. Lui ripete alcune volte "Vedi che tu lo sai! Meno male che queste cose ve le insegnano!".
Prima di andarmene faccio presente che naturalmente scelgano il candidato migliore, ma se fossero interessati a me ma la work experience non si potesse fare, perchè non sono disoccupata, per l'amor del cielo non facciamoci fermare da certe bazzecole, ci sono altri incentivi che si possono chiedere. Il signore gentile sembra impressionato che io abbia cercato queste informazioni.
Esco con la sensazione di aver fatto tutto quel che potevo - solo la pecca, uscendo, di essermi fatta coinvolgere nella critica ai centri per l'impiego e certi aspetti delle università. Non criticare, non criticare, dicevano sui siti delle interinali... ah. Andrà come deve.
Non mi hanno ancora scritto, però. Aspetterò ancora uno o due giorni e poi li ricontatterò, se non si fanno vivi... Mi fa piacere sapere che ci sono. Non li conoscevo. Dunque potrebbero esserci altre realtà interessanti che non conosco. C'è speranza. Ma adesso ho trovato questi e prima di mollarli devono sbattermi la porta in faccia.
E intanto mi chiedo... ma cosa devo sperare? Perchè tu, Ranocchietto, come ti potrei gestire? Come potrei lasciarti ad altre persone pochissimo dopo che sarai nato? Riusciresti a sentirti amato, tu, o ti sentiresti abbandonato? Non lo so come saremo, non lo so cosa decideremo. Ti abbiamo rivisto, con la seconda eco. Come cresci. Pian pianino anche noi capiamo cosa ci sta succedendo. Vederti muovere... davvero capita a noi? Davvero tu sei... con noi? Quando ti penso mi chiedo chi sei, che carattere avrai, quanto dipenderà da noi, come ti chiamerai, ma quando ti guardavamo non mi chiedevo proprio niente. Eri tu, e basta.
Ci servono molte, molte più attenzioni e discussioni e mezzi e soluzioni perchè genitori e bimbi possano vivere senza soffrire per il lavoro!

6 commenti:

  1. Sì, è lui/lei. Sono con voi. Poi per il lavoro si vedrà. Intanto, in bocca al lupo! Ma nulla sarà come prima, tanto credo che lo sai già. Mi sa che da quel che scrivi è un lui, ma non cambia molto. Saprai tutto vivendolo. E saprai pure che le soluzioni si trovano cammin facendo. Un abbraccio affettuoso e in bocca al lupo per il lavoro!
    ps. è un mondo difficile, la tua chiosa finale è un auspicio purtroppo non realizzato.

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  2. Non sappiamo, non sappiamo! E' solo difficile trovare termini neutri in italiano. Pip era un accorciare uno dei nomignoli familiari, che mi veniva spontaneo usare, per renderlo neutro... non cambia molto, per noi almeno, e preferirei che non cambiasse molto anche per il mondo fuori. Mi sa però che è un altro degli auspici che hanno bisogno di un po' di impegno per essere realizzati!

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    1. Ma Pip è bellissimo!! Pensa che io lo chiamavo caghillo!!! Perché fagiolino non si può sentire!! Che te frega del mondo, anche se prima o poi ti travolgerà, ma intanto vivi la tua storia! Io con una femmina, sai quanto tribolo. Ora ha 5 anni, abbiamo resistito 5 anni di capelli corti. Le ho promesso che ora glieli faccio crescere (anche perché altrimenti era la sorella bianca di Bob Marley, niente fondamentalismo, solo sano pragmatismo, che coi capelli di 5 cm era già rasta). Pensa che pure tutta rosa vestita me la scambiano per maschio...Ma, scusami, la questione di genere è un po' una fissa per me e io sono contenta che la bimbottola giochi indistintamente con costruzioni, bambole, macchinine e colori, viva la libertà! Opss, ho un po' deviato... ciao mia cara e auguri, sono davvero contenta per voi!!

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    2. Un evviva per Pip allora! :) Concordo pienamente sulle questioni di genere, penso al nipotino del Nonaddetto a cui hanno regalato il cicciobello solo dopo che per anni ha perseguitato Babbo Natale infilandolo come richiesta nella letterina, ma erano tutti preoccupati di chissà quali conseguenze avrebbe avuto la bambola... da piccoli, io e mio fratello avevamo ciascuno la sua bambola, e il camper delle barbie Babbo Natale l'ha portato a lui e mica a me!! e il Fratello è venuto fuori anche troppo macho per i miei gusti, nonostante tutto questo, pensa un po'... Noi può essere che non chiediamo di sapere se è bimbo o bimba, per rimarcare il fatto che non farà differenza in quanto all'educazione all'umanità che l'aspetta! Per i capelli... non ho ben capito che capelli abbia l'hottantina, nè so come siano i tuoi; i miei quando hanno iniziato ad arricciarsi si son scontrati con mia mamma che, da liscia, non poteva sapere che non andavano più spazzolati come prima e ho girato modello leoncino per anni! (non ho riportato traumi, comunque :) La mia esperienza è che i consigli utili li ho avuti dalle amiche ricce, mai 'na volta dalle parrucchiere che NON sanno come gestire un capello che non sia liscio. Lo piastriamo? NOOOO, ma non me la sai fare una piega naturale? Mollami il phon che ti insegno, ma non sperare che ti paghi!! (questo è quello che vorrei dire; invece pago per una piega orribile dopo il taglio annuale... e poi corro a casa a cacciare la testa sotto il rubinetto >-<)
      PS: Ranocchietto era proprio in reazione alla neononna che si ostinava co' sto "fagiolino", quando a un fagiolo ormai non assomiglia più manco penniente da mo'!! :D

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    3. E tra parentesi... auguri! non di buon compleanno, ormai, ma di un anno intero il più possibile sereno e ricco di bella compagnia! li scrivo qui perchè di là sono troppo in ritardo... e bellissimi i fiori del bouquet :)

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    4. Grazie degli auguri!! Mi ero persa questo commento!

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