14.6.12

Era solo per riordinare il garage


Nota: è un post lunghissimo, ma è un periodo intenso tra lavoro fuori sede, weekend a lavorare nel cantiere  (abbiamo finalmente la porta d'ingresso!) e un tentativo di organizzare il mio prossimo lavoro con degli spagnoli.
Allora stasera mi sono impegnata e lascio qualcosa da leggere... perchè sto per andarmene negli USA per 15 giorni al seguito del Nonaddetto che ha un congresso nella città di A, quella dove va sempre l'Elasti-famiglia. E noi ci attacchiamo una settimana a NYC. In una stanza affittata in un appartamento, perchè per gli americani il concetto di "hotel low cost" significa "meno di 250$ a notte". Spero che torniamo vivi ed entusiasti! Proverò a connettermi da là ma non si sa mai. Almeno allora lascio i saluti... ci si vede a luglio!

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Succedono fatti che sono come domande
passano giorni, oppure anni
e poi la vita risponde.
(non mi ricordo chi l'ha detto)

I Nonaddetti hanno deciso di buttare l'Everest di scatoloni che l'Ingegnere, ex proprietario-meteora della casa, aveva lasciato in garage. Non le porte in legno di 100 anni fa che avrebbe dovuto lasciare, ma scatoloni di scartoffie, vestiti vecchi e tutto quello che non si ha il coraggio di buttare anche se non ci ricordiamo neanche cos'è. La pazienza ha un limite, in questo caso un anno e mezzo, la stagione inizia a far rischiare grandine, avere un garage e non poterci metter l'auto è fastidioso e quindi...

Tra il ciarpame, separato in carta/plastica/indifferenziato, come si poteva aspettarsi c'era un po' di pornografia. Poca roba e innocua, qualche videocassetta etichettata con uno scarno "VM18" e un paio di fumetti. Ho guardato qualche pagina dei fumetti e poi li ho aggiunti al mucchio  della carta da riciclare.
Mentre buttavo gli scatoloni successivi, però, pensavo e mi venivano domande. Così poi ne ho parlato con il Nonaddetto. Ci siamo scambiati le nostre esperienze (e inesperienze) al riguardo, le nostre opinioni, le esperienze e le opinioni di amici che ce ne avevano parlato... tipo quelli che abitavano sopra il night club.

Il succo del discorso è stato: puoi anche non essere mai stato un fruitore di materiale pornografico, eppure appena ne vedi un briciolo lo riconosci. Dentro di te. Riconosci gli stereotipi, l'impostazione dei ruoli, le (brevissime e iper-ripetitive) narrazioni.
Se lo riconosci senza averci mai avuto a che fare, vuol dire che non sta solo lì dentro. E' anche fuori. E a pensarci, è dappertutto, la pornografia è lo schema mentale che domina le relazioni spicciole tra le persone nel quotidiano. Sono incredibilmente familiari, quei personaggi e quei copioni.

Qualche sera dopo, passati dal Fratello, la TV in sottofondo mandava uno 007 con Connery (che è indubbiamente meglio da vecchio di allora). E io guardavo distratta, e poi mi sono resa conto che era lo stesso copione, anche se si fermava prima di mostrare alcunché di esplicito. Lui seduce per definizione, lui è un dio in terra, lui non si può non volerci andare a letto, lui non ha bisogno di corteggiare, non deve dire niente, si siede al tavolo da gioco e voila, la signora gli dice possiamo vederci? E lui se la trova poi in casa già spogliata. "Guardi che devo partire subito... beh, quasi subito". Finito, non c'è altro. (Anzi spesso in 007 lei moriva direttamente, così faceva spazio)

La conclusione è stata: il modo di essere (? non essere?) e di relazionarsi (??) che propone non mi piace, non fa per me, mi fa sentire male.
PERO'.
Mi trovo a corto di modelli alternativi.
Voglio dire... posso pensare a decine di altri film e libri con trame simili. Tutti buoni per dire "ecco, se tu avessi fatto così con me... col cavolo che concludevi qualcosa".
E neanche mi piacciono i romanzi rosa, con 350 pagine di pippe mentali di lei, lui che è un incrocio tra il principe azzurro e lo stesso maschio di cui sopra, e  finisce con "e vissero felici, appassionati e contenti".
Ma sono in difficoltà a dire "potresti leggere questo libro o potremmo guardare questo film, ecco, quella coppia è proprio... proprio... sono innamorati. Si amano. Capisci? Sono capaci di amare, imparano questo!". Mi viene in mente solo L'amante di Lady Chatterley, o al limite L'amante, anche se mi sento più  in sintonia coi gusti di Connie che di Marguerite.

Poi l'altro giorno mi imbatto nell'ebook La fine del desiderio, e collego che è la stessa autrice di Sii bella e stai zitta, e che c'è un terzo ebook sulla sua esperienza attraverso l'anoressia. Scopro che è una filosofa uscita dalla Normale, trasferita in Francia e che lì è una voce nota. La sinossi dice "Cos'è la pornografia? Cosa la differenzia dall'erotismo? La filosofa Michela Marzano indaga le basi della rappresentazione del corpo umano e della sessualità...".
L'introduzione al libro è prolissa e macchinosa. Ma è arrivato con un tempismo troppo perfetto. Sta sulla mia libreria dei desideri e penso che passerà presto in quella degli ebook.

A far compagnia al suo libro personale... che dimostra un tempismo altrettanto perfetto. Lo prendo. Lo inizio. Non ho mai avuto problemi col cibo se non da piccolissima, ma i meccanismi che descrive li riconosco, in me, in molte persone che mi sono vicine e meno vicine. Siamo simili, viviamo tutti gli stessi problemi e abbiamo le stesse paure, poi ognuno reagisce a modo suo.
Quelle parole mi hanno fatto luce su alcune cose che confusamente cercavo di sbrogliare da me.
E oggi la Mamma, la Sorella e il Papà erano in crisi. Niente problemi di cibo, ma tante paure. Mi è arrivato un sms di quelli che chiamano emergenza. Ho preso una pausa e ho scritto loro. Con le mie parole, che dopo anni fuori di casa riesco finalmente a rintracciare, e aiutata dalle riflessioni di questi giorni sul libro.
Spero di aver aiutato un poco. Spero di non aver fatto del male. Pare di no, dai primi commenti, pare che  in un momento di nebbia abbia parlato di sole e cielo azzurro. Meno male. Avevo lacrime dietro gli occhi e un vuoto, un buco, nella pancia, dove ti prende la paura. Voglio bene alla mia famiglia.
La sera ne ho discusso col Nonaddetto e siamo stati d'accordo: ho un bravo papà e una brava mamma e un fratello e una sorella a cui voglio bene. Sono, siamo, lontani dalla perfezioni e pieni di vuoti, di buchi, ma ci vogliamo bene e, nonostante gli scivoloni, di base sentiamo che non mettiamo condizioni al volerci bene. Ti voglio bene anche se non sei perfetto e non fai quel che vorrei io, non solo se sei come vorrei.

E penso a Tè allo Zafferano e Nonhaicapito, che non leggono libri. Devo trovare loro un libro per ciascuno che faccia loro venire il dubbio di perdersi qualcosa di importante...

E pensare che volevamo solo mettere l'auto in garage!